Gli USA sono sicuramente “la potenza”. Anche se stanno vivendo un momento di sbandamento a causa di una classe politica vecchia, legata a valori e dinamiche otto/novecentesche in conflitto con la “nuova” America espressa dai colossi dell’innovazione e delle nuove tecnologie che si muovono e agiscono secondo procedure totalmente svincolate dal passato. E che hanno creato un’economia che schiaccia quella tradizionale legata ai parametri di ieri: materie prime, fonti energetiche, industria pesante.

 

Il grande vantaggio degli USA è il suo profilo demografico: mentre la Cina ha un densità di popolazione pari a 144 abitanti per km2 e l’Europa pari a 113 abitanti per km2, gli Stati Uniti ne hanno solo 32 per km2. Questo vuol dire che l’enorme quantità di risorse del territorio americano fanno capo ad un ristretto numero di persone le quali, per approfittarne, si devono “ingegnare”, ovvero far lavorare il cervello prima ancora che le braccia. E questo converge con il trend economico tracciato dalle nuove frontiere digitali.
In questo momento gli Usa non sono concretamente “la potenza” ma hanno tutti i numeri e le condizioni per tornare ad esserlo: basta rinnovino totalmente la loro classe politica.

Quando era presidente, Donald Trump ha fatto rimuovere il busto di Winston Churchill dalla Casa Bianca. Quello che lui ha in mente di Churchill è l’immagine dello statista inglese che alza la mano con indice e medio sollevati a formare una V, acquisita dall’immaginario collettivo come un segno di vittoria.

Se, invece di fermarsi alle favolette, Trump avesse anche letto qualche scritto di Churchill, forse sarebbe incappato in questa sua perentoria affermazione: “Gli imperi del futuro sono gli imperi della mente".

E, probabilmente, quella stesso scritto è sfuggito anche a Biden che in maniera meno esplicita e clamorosa, ma nella sostanza analoga, persegue gli stessi ideali e le stesse strategie basate sulla forza fisica, sull’energia dei corpi e delle braccia (a seconda dei casi da usare o stroncare), sulle materie prime che danno vigore all’industria “pesante”.

In realtà, e non da poco, i grandi progressi della scienza e della tecnica stanno dematerializzando il mondo, tutto è ogni giorno meno pesante, meno voluminoso, più efficiente e produttivo.

 40 anni fa, con un kg di materia racchiusa in un decimetro cubo di volume riuscivamo ad intercettare e decodificare al massimo delle onde radio, riprodurre una musicassetta o un 45 giri in vinile. Oggi, un oggetto con un ventesimo di quella massa ed un sesto del peso lo portiamo in tasca e ha una potenza di calcolo infinitamente maggiore del mastodontico computer che ha gestito lo sbarco degli uomini sulla Luna. Gli Stati Uniti sono stati l’avanguardia di questo processo di dematerializzazione e, in meno di due decenni, imprese pressoché totalmente dematerializzate quali Google, Oracle, FaceBook, Airbnb, hanno messo nell’angolo, in quanto a capitalizzazione e fatturato, i colossi dell’industria e dell’energia.

Negli Usa, gli addetti dell’industria e dell’agricoltura sono passati, in meno di un secolo, dal 60% al 6%. E tutti gli altri gravitano in una economia che ha il suo punto di forza nel pensiero, nella creatività, nell’invenzione, nell’ottimizzazione dei processi. Poi è arrivato Trump a riportare indietro di almeno mezzo secolo il suo paese, a propugnare una riscossa della materia a scapito dell’intelligenza, a ridisegnare una società in cui le braccia siano (di nuovo) più importanti delle menti.

Trump non è antidemocratico, conservatore, autoritario, fascista, dittatoriale. È solamente antistorico, come sono antistorici tutti quelli che lo hanno votato e che poi hanno votato Biden che, alla prova dei fatti, si rivela essere nient’altro che l’altra faccia della stessa medaglia. E, per questo, sono entrambi ancora più pericolosi, perché i movimenti antistorici si esprimono sempre e solo attraverso azioni fondamentaliste, difficilmente contrastabili con gli strumenti della democrazia.

In un’era in cui dominano gli imperi della mente non servono né fabbriche né muri: servono scuole ai massimi livelli e accessibili a chiunque.
Quando questi concetti torneranno ad essere i concetti informatori dei politici americani e della maggioranza delle popolazioni sperdute nel loro sterminato territorio, gli Usa torneranno di nuovo ad essere “la potenza”

E, poi, che ne faremo delle braccia? Non ci zapperemo certo la terra, non le useremo per assemblare le parti di un’auto né per maneggiare fucili. I meno fantasiosi le incroceranno sul petto e staranno a guardare. I più sensibili le useranno per abbracciare quelli che hanno intorno. E sarà sicuramente un vivere migliore.